© Pam Moon 9th December 2014
Tratto dal sito www.shroud.com in cui è presente l’articolo Bl Sebastian Valfrè: The Black Thread, Reweave, and Unraveling the Shroud.
Traduzione per unaMinoranzaCreativa
a cura di
Veronica Triulzi
Ringraziamo il nostro amico Barrie Schwortz
per la collaborazione e la disponibilità prestataci
È un enorme privilegio presenziare alla Conferenza di St. Lewis e incontrare molti dei maggiori esperti della Sindone. I commenti che seguono sono basati su alcune conversazioni che ho avuto durante la conferenza.
Sono molto grata a Joe Marino che mi ha permesso di presentare le fotografie di Oxford e al report di Donna Campbell, a Barrie Schwortz per aver trovato le informazioni online e a Russel Breault per registrare la conferenza. Donna Campbell ha scritto: “Ci sono segni nel campione della Sindone che inducono l’idea del rammendo o ritessitura del tessuto”. Uno degli elementi menzionati nella presentazione è il grande filo nero che è visibile sui campioni di Oxford e Arizona. Un confronto è stato fatto tra il piccolo filo nero e il grande filo bianco che erano inoltre presenti.
Sono stata contentissima di scoprire da Emanuela Marinelli e Will Meacham che il grande filo nero fu probabilmente cucito nel 1694 dal B. Sebastiano Valfrè. L’ipotesi del rammendo invisibile di Joe Marino e Sue Benford è supportata da Donna Campbell e posso riferire due o tre differenti episodi di rammendo, quello del B. Sebastiano Valfrè è uno degli episodi. La miglior dimostrazione del rammendo invisibile (sia Francese che intreccio) che io ho visto dalla compagnia Without a Trace, può essere visto nel video:
https://www.youtube.com/watch?v=EIgC_IeuzKE.
Per favore guardatelo prima di continuare! Il filo nero indica la possibilità che i fili d’angolo siano stati sciolti, tessuti indietro insieme e poi ricuciti a posto con tecniche di ritessitura. Sotto c’è il grande filo nero visto nelle fotografie di Oxford e Arizona, vedi:
https://archdams.arch.ox.ac.uk/?c=1203&k=1bcdc90a8b
http:// www.shroud.com/pdfs/arizona.pdf.
Investigating a Dated piece of the Shroud of Turin, Radiocarbon, 52, 2010.

I punti di cucitura neri sono più evidenti nell’area della ferita toracica e nella riparazione della Sindone dorsale.

Emanuela Marinelli mi ha detto che il Beato Sebastiano Valfrè ha causato alle suore un notevole dolore insistendo per cucire in nero. Sentivano che si rifletteva male su di loro. Mi ha mandato il seguente estratto: “Nel 1694 il Beato Sebastiano Valfrè, devotissimo della Sindone, ricucì con filo nero, in modo piuttosto maldestro, alcuni rappezzi, specialmente nella zona della ferita al costato.”
http://www.unionecatechisti.it/Testi/Unione/Docum/ EvAmore/20.htm.
Sembra che la sua cucitura si sia estesa anche alle aree marginali della Sindone, come visto nelle fotografie di Oxford e Arizona.
Will Meacham ha spedito un estratto dal suo libro Il Ratto della Sindone di Torino pp. 137-138:

Sotto c’è un dipinto del Beato Sebastiano Valfrè in ginocchio, antistante la Sindone. Sembra che tenga qualcosa in mano, probabilmente un ago. La donna che appare di fronte a lui sembra cucire.
Il suo corpo mostrato sotto conferma la somiglianza nel dipinto.

http://www.manchesteroratory.org/sancti-et-beati/blessed-sebastian-valfre

http://www.oratoryschools.org/oshome/oratorian/oratorian.asp
La devozione del Beato Valfrè alla Sindone fu molto grande e è riferito che abbia scritto:
La Croce ricevette Gesù vivo e ce lo restituì morto;
La Sindone ricevette il Gesù morto e ce lo restituì vivo;
http://www.manchesteroratory.org/sancti-et-beati/blessed-sebastian-valfre .
È altamente probabile che il grande filo nero visibile sui campioni di Oxford e Arizona sia prova frammentaria del lavoro di riparazione del telo agli angoli nel 1694. Forse anche la prova di un disfacimento dell’area d’angolo presa per la data al radiocarbonio.
Quali altre prove ci sono del disfacimento?
Donna Campbell per la Thomas Ferguson Irish Linen, scrive: “Dal campione, è chiaro che il tessuto della Sindone non è uniforme.” Il disegno della tessitura nel Campione di Oxford, sotto, è differente in ogni area indicata. Donna Campbell ha scritto: “è evidente che gli spazi tra ogni incrocio di ordito e trama sono notevolmente differenti.” L’area campione segnata con A è dove il grande filo nero è visibile. Esso era vicino al margine della Sindone ed è possibile che questa intera area marginale sia stata disfatta e ritessuta. Anche l’avanzo dell’Arizona contiene un filo nero ed è stato probabilmente preso dallostessa area marginale. Gli spazi, nel campione dell’Arizona sono più stretti e l’aspetto del tessuto coincide con l’area A.
L’area più scura B ha avuto altri trattamenti. È macchiata moltissimo. Nel suo resoconto Donna Campbell nota “I fili compresi nella zona appaiono essere schiacciati (Fig.15). Questo può suggerire che è stata esercitata una qualche pressione in questo punto sul lato anteriore dell’ordito, forzando più sostanza nei fili d’ordito. L’elemento di calore all’interno della sostanza, e/o l’atmosfera può aver causato che i fili d’ordito si riducessero e distorcessero.” Fu poi cucito sul retro lungo la diagonale incrementando la tensione.
L’area Cè la meno adulterata a distanza, ma un esame ravvicinato mostra evidenti punti di cucitura bianchi (vedi sotto). Non ci sono punti di cucitura sui campioni di controllo di Oxford e Arizona (Nubia e Tebe).

2. Il conto dei punti sulle aree del campione
I campioni di Oxford e Arizona, esaminati dalle esperte tessili Donna Campbell e Rachel Freer-Waters stabiliscono che i campioni hanno un totale di 70 punti per cm2. Entrambe le esperte tessili, indipendentemente, hanno dato il medesimo conteggio. Questo non è coerente con il resto della Sindone che appare avere un conto di punti inferiore (60-65). Le differenti misurazioni tra il campione dell’Arizona e altri conteggi dei punti del corpo della Sindone è stato documentato da Mark Oxley http://www.shroud.com/pdfs/oxley.pdf : pagina 9.
3.Lo spessore del campione
Alla conferenza John Jackson ha suggerito di esplorare lo spessore dei campioni. Il professor Ramsey ha confermato a Hugh Farey che Oxford ha usato tutto il materiale: http://shroudstory.com/2013/05/07/an-email-from-professor-christopher-ramsey/ . Così il solo sapere lo spessore del campione è basato sulle misure dell’Arizona di 250 micron. Questo è circa un terzo meno dello spessore della Sindone misurato da John Jackson di 318-391 micron. http://www.shroud.com/pdfs/oxley.pdf Pagina 9.
Perché i campioni hanno così tanti punti e non abbastanza spessore? È il disfacimento e la ritessitura la sola possibile spiegazione? L’erroneo spessore del campione dell’Arizona include la cucitura coi punti bianchi multipli che possono essere visti sul retro, così le fibre della Sindone sono molto più ridotte di quello che dovrebbero essere.
Il filato della Sindone è stato scarnificato o la superfice rimossa in qualche punto dopo che è stato disfatto?
L’importanza del disfacimento dei bordi
- Contaminanti
L’importanza del disfacimento è che è impossibile sapere quali contaminanti sono stati aggiunti alle fibre prima che fossero ritessute. Donna Campbell ha scritto che le aree con un differente intreccio di trama e ordito “potrebbero contenere fibre differenti con caratteristiche differenti.” Ray Rogers ha identificato fibre di cotone mischiate con un filo di lino, cosa confermata da Robert Villereal. Queste fibre di cotone erano mantenute a posto con un’incrostazione di terpene. Alla conferenza Robert mi ha descritto come i laboratori avessero speso tempo considerevole esaminando la crosta per determinare la presenza di terpene. Se la soluzione di terpene è stata un disinfettante all’olio di pino, la sua natura collosa potrebbe aver incollato le fibre al materiale della Sindone. Una volta che i nuovi contaminanti furono ricuciti, essi si legarono al nuovo materiale attraverso il processo di tessitura e cucitura. Essi potrebbero non essere stati rimossi dal pretrattamento di pulitura.
- Il fattore piega
Se la Sindone è stata disfatta agli angoli nel 1694, potrebbe essere perché essa era stata disfatta prima di quella data. Il fattore piega nella manifattura del lino si ha quando un materiale “apprende” il modo in cui è piegato. Se è sfatto allora gli attorcigliamenti nei fili rimangono, e quando il materiale è ritessuto, i fili provano a ritornare alle loro curve precedenti. Così il tessuto si rilassa e può essere necessario ricucirlo per rimetterlo a posto.
- La cucitura bianca
Mi sono spesso chiesta come qualcuno abbia permesso i brutti punti neri nell’area del torace della Sindone. Comunque, il fatto che essi siano stati apposti da un sant’uomo come il B. Sebastiano Valfrè dà senso alla loro presenza. Sono ora grata al B. Sebastiano Valfrè perché il filo nero nel campione della datazione radiocarbonica ci dà un mezzo di comparazione con i numerosi punti bianchi che appaiono anche sulle fotografie. I punti bianchi sono apposti molto più professionalmente e si fondono con i campioni. Essi rappresentano probabilmente un rammendo successivo al 1694. Costituiscono un significativo contaminante con rammendo invisibile. Ci sono probabilmente ulteriori punti sotto la superficie di quelli che sono visibili su di essa: questo è ciò che ipotizza la teoria del rammendo invisibile come mostra il video di Without a Trace: https://www.youtube.com/watch?v=EIgC_IeuzKE.

Conclusioni
Entrambi i campioni di Oxford e Arizona contengono prove di una cucitura con un grande filo nero che è probabilmente ciò che rimane del rammendo della Sindone effettuato dal B. Sebastiano Valfrè nel 1694. Una rappresentazione artistica del rammendo aggiunge ulteriore conferma. La prova storica di Lanza (1898) suggerisce che il rammendo dei bordi comportò il disfacimento della Sindone. Questo è confermato dalle fotografie dei campioni della Sindone. Per riportare le scoperte di Donna Campbell e Thomas Ferguson della Irish Linen: “Dal campione è chiaro che il tessuto della Sindone non è uniforme.” “Ci sono segni nel campione della Sindone che suggeriscono l’idea di un rammendo o ritessitura reale del tessuto.” A questo possiamo aggiungere l’insolito conteggio dei punti (70 per cm2) e l’insufficiente spessore (250 micron). Il rammendo del B. Sebstiano Valfrè nel 1694 non deve essere stato l’unico: dobbiamo anche considerare i fili bianchi molto più lunghi.
Perché si realizzabile una qualsiasi datazione al radiocarbonio i campioni prelevati devono essere rappresentativi del tutto. Possiamo onestamente dire che i campioni analizzati nel 1988 fossero rappresentativi della Sindone di Torino?